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Complicanze e rischi mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico estetico che comporta l’inserimento di protesi mammarie per aumentare il volume e migliorare la forma del seno.

Tuttavia, come per ogni procedura chirurgica, ci sono complicanze e rischi associati a questa procedura. Alcune delle complicanze possibili includono infezioni, emorragie, cicatrici anomale e reazioni avverse all’anestesia.
Altri rischi possono includere il rigetto delle protesi, la formazione di capsule cicatriziali e la necessità di interventi correttivi successivi.

È importante che i pazienti siano pienamente consapevoli di questi rischi prima di prendere una decisione informata sulla mastoplastica additiva, e che consultino un chirurgo plastico esperto per valutare la loro idoneità per l’intervento.

Rottura protesi in silicone

La contrattura capsulare è una possibile complicanza che può verificarsi dopo intervento di mastoplastica additiva.

È importante prendere in considerazione e discutere con il chirurgo i potenziali rischi e le misure preventive per minimizzarne l’insorgenza.

La conoscenza di tali complicanze è essenziale per una decisione consapevole riguardo alla procedura di mastoplastica additiva.

Un’altra evenienza che può verificarsi, anche se in una bassissima percentuale di pazienti, è lo sviluppo di una infezione intorno alla protesi.

Normalmente accade nel primo post-operatorio (dopo 7-10 giorni).
Nei casi più importanti può essere necessario rimuovere la protesi ed attendere alcuni mesi prima di riposizionare una nuovo impianto.

La sensibilità del complesso areola-capezzolo può aumentare, diminuire o essere quasi assente.
Tale sintomatologia tende a risolversi spontaneamente nello spazio di alcuni mesi e in alcuni casi può richiedere anche un anno o più e raramente può essere definitiva.

Talvolta, anche se accade difficilmente, le protesi possono rompersi, la rottura è generalmente sempre dovuta ad un trauma importante.

Se le protesi sono in soluzione salina, nello spazio di poche ore la mammella interessata risulterà  molto più piccola dell’altra.

In caso di protesi in gel di silicone è molto più difficile accorgersi della rottura perché generalmente la capsula peri-protesica non consente lo spandimento del gel in tempi brevi (settimane o addirittura mesi).
Il verificarsi di fenomeni inusuali deve portare la paziente a recarsi dallo specialista per effettuare accertamenti diagnostici.
Nel caso di rottura dell’impianto, anche se non esiste il carattere di urgenza, è necessario sottoporsi ad un intervento di revisione per rimuovere il gel, ripulire la tasca da residui di silicone e sostituire la protesi mammaria.

Si possono fare esami diagnostici?

Dopo l’impianto di protesi mammaria sia retroghiandolari che retromuscolari è possibile effettuare i comuni esami diagnostici quali: ecografia, mammografia, e risonanza magnetica, ottenendo chiari immagini del tessuto ghiandolare perighiandolare e della protesi stessa.

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Autore: Dr. Pasquale Verolino
Data di pubblicazione: 1 Dicembre 2017
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